Pegasus Descending

Pulp, thriller, hard boiled, noir

Dietro le sbarre – Allan Guthrie

Dietro le sbarre

DIETRO LE SBARRE (Slammer)
di Allan Guthrie
ed. Revolver BD
Traduzione di Marco Piva Dittrich

Il miglior aggettivo per descrivere Dietro le sbarre dello scozzese Allan Guthrie è “claustrofobico”. Fin dalle prime pagine, infatti, si può percepire una insopprimibile sensazione di perdizione e tragedia, si sta lì fermi ad osservare la distruzione di un giovane, Nick Glass, e della sua famiglia, uno sprofondare senza fine nel Male e nel non ritorno.

Quando Nick viene assunto come guardia carceraria sembra una buona notizia per il poco più che adolescente brufoloso proveniente dalla provincia della Scozia e appena approdato nella grande e caotica Edimburgo con moglie e figlioletta al seguito. Ma come forse sarà capitato spesso anche a voi, se il non avere lavoro è indubbiamente un problema, a volte l’averlo è altrettanto tragico se questo, a fronte di uno stipendio, vi sottrae tutto ciò a cui tenete, se ciò che dovete dare in cambio è la vostra dignità, i vostri sogni di realizzazione, la vostra famiglia o quel flebile alito che prende il nome di felicità. Nick si trova in questa situazione, nella condizione dell’alpinista che non riesce a salire, a proseguire nella sua scalata, ma, ormai bloccato in parete, non riesce neanche a tornare indietro. Fare il secondino in un carcere significa essere quotidianamente a contatto con la feccia della nostra società, con ladri, truffatori e assassini. La legge, dietro le sbarre, non è mai quella scritta nei codici di procedura penale e le regole sono quelle spietate di un hobbesiano stato di natura e del suo proverbiale homo homini lupus.

Le cose, per Nick, precipitano definitivamente quando uno dei ras del ramo ergastolani, Cesare, “chiede” a Glass di diventare il suo galoppino, di portare in carcere la droga che verrà poi smerciata agli altri detenuti. Nick inizialmente resiste, ma una visita dello svitato Watt alla sua famiglia lo costringe a giungere a più miti consigli. Inizia così una autentica discesa all’inferno da parte di un ragazzo troppo piccolo per affrontare una vicenda così grande e troppo inadeguato alla vita per resistere tanto alle tentazioni quanto alle sfide che ogni giorno, ognuno di noi ma qualcuno un po’ di più, è costretto ad affrontare e vincere.

Come detto in apertura, Guthrie compone una storia senza pause e in grado di gettare il lettore dentro una bara, un po’ come quei film di bassa lega in cui il protagonista, e noi con lui, si ritrova sepolto vivo sotto due metri di terra. Pagina dopo pagina il re del tartan noir non lascia scampo al suo protagonista, quasi una vittima sacrificale che più si muove e più si stringe il cappio intorno al collo, nonché votata a una critica serrata di un mondo, anche sociale, in cui la legge è assente e quando c’è è troppo impegnata a mettersi le dita nel naso piuttosto che difendere l’ordine costituito e i suoi figli più deboli.

Guthrie compone una sinfonia che a ogni riga ha il sapore della tragedia imminente, tanto da stupire il lettore nel suo incedere per 250 pagine tale è la fragilità di Nick Glass che potrebbe inciampare a ogni passo, dando vita a una affresco sulla disperazione individuale in cui la solitudine è un nemico implacabile in grado di uccidere più di assassini ed ergastolani e in cui la parola speranza è stata sbianchettata anche dai vocabolari.

Allan Guthrie

Tra le due posizioni filosofiche e politiche che vedono la natura al centro della discussione, da una parte come ente alieno e tiranno, in Hobbes, e dall’altro come stato di perfezione perturbato dalla nostra ricerca di civiltà, in Rousseau, Guthrie sembra propendere verso la prima ipotesi, nonostante la sua riflessione complessiva concentri il proprio focus dell’attenzione su un marcato soggettivismo narrativo, quasi un ricorso smisurato a quello che potremmo chiamare “individualismo metodologico”, un modo di raccontare il mondo, il macro, narrando le vicende di una e una sola persona, il micro. È un po’ quello che da sempre fanno, tanto per capirci, scrittori come Philip Roth o Cormac McCarthy, anche se con accenti e sfaccettature diverse. Stilisticamente Guthrie si posiziona in questa tradizione, nonostante non ceda mai un metro a qualsivoglia afflato epico e riducendo il tutto, almeno nella prima parte di Dietro le sbarre, a un realismo marcato incentrato sul dialogo serrato di uno scrittore che non è mai onnisciente e che, all’opposto, sospende il proprio giudizio individuale e personale per limitarsi a raccontare una storia con tutte le sue idiosincrasie e la sua capacità di stupire, fino al suo finale deflagrante e spiazzante in cui la tragedia, finalmente, può celebrare il suo trionfo e il vuoto intorno a noi avere la meglio. Perché siamo sempre lì, in uno in quei casi in cui l’hai preso nel culo e se ti agiti lo fai solo godere di più.

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28 pensieri su “Dietro le sbarre – Allan Guthrie

  1. Fabio Lotti in ha detto:

    Il finale è grandioso… 🙂

  2. Una splendida recensione per un libro fenomenale, grazie Andrea. ALLAN GUTHRIE vi aspetta assieme a VICTOR GISCHLER allo stand REVOLVER AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO per firme e domande – eventualmente tradotte da Marco Piva Dittrich – no mancate: PADIGLIONE 1 STAND C9 MS

  3. Letto il libro, anzi..”bevuto” e recensito! E, visto che sabato vado a Torino, dovrei beccare il duo Gischler/Guthrie per portare a casa un paio di interviste! Almeno…così è il programma 😉 Le domande sono già in lavorazione! Tempi permettendo..
    Sarei curiosa di leggere il primo romanzo di Guthrie tradotto in Italia da Einaudi, “La spaccatura”. Chi lo ha letto?

  4. Gigistar in ha detto:

    Io sì. Non mi è piaciuto, però. 😦
    Buone le premesse iniziali, ma poi ricordo che mi diventò odioso e difficile da seguire. A molti potrà piacere il carattere allucinato (e non dico di più per evitare spoiler) della seconda metà ma a me proprio non andò giù. In ogni caso sono prontissimo a dare la seconda chance a Guthrie con questo “Dietro le sbarre”…

  5. Cecilia: libro fantastico anche quello. La spaccatura è un’altra coltellata. Gigistar: sono d’accordo va anche detto che volentieri faremmo date a Roma ma ad oggi nessuno di Roma ci ha mai aiutato a farle con l’eccezione della Libreria Eternauta nel quartiere del Pigneto. Lo dico subito: alcune delle librerie che ci ospiteranno pagheranno ospitalità (vitto e alloggio) agli autori, credetemi quando vi dico che un tour come quello che abbiamo organizzato ha costi di un certo tipo. Avete un’idea di quanto viene un volo dalla Louisiana? Per non parlare di alberghi, treni, benzina, auto, biglietti ecc. A questo punto lancio una proposta: a settembre avremo a Padova parecchi autori di noir pulp, anche stranieri. Due di loro saranno Revolver, uno sarà proprio Guthrie che tornerà perchè è un autore su cui vogliamo investire come pazzi e l’altro scoprirete chi è. Non ho nessun problema a portare quegli autori dopo il Festival a Roma – e tenete conto che il Festival Sugarpulp affronterà le spese dei voli, ma mi serve qualcuno che si faccia carico dei costi di treno e alberghi per scrittori, interprete e il sottoscritto. Se mi trovate qualcuno disposto a farlo stiamo a Roma anche due settimane. Questo lo dico per evitare malintesi circa questioni – risibili – secondo le quali a Roma non andiamo facendo rabbrividire la gente eh eh.

  6. La Libreria Eternauta e Entrico Astolfi, specifico! Dopo di che proveremo a vedere se a settembre si riescono a portare autori a Roma. Ultimamente ho stretto alcune belle amicizie nella Capitale quindi non escludo che qualcuno mi dia una mano prossimamente a portare Revolver lì! Ma l’invito ad aiutarci resta!

  7. Gigistar in ha detto:

    Matt, nessun malinteso almeno da parte mia, “rabbrividisco” nell’ovvio senso che mi dispiaccio all’idea che (come leggo in quell’articolo che ho linkato) faranno varie presentazioni tra Torino, Milano e un non-meglio-precisato Nord Italia e non si riesca a fargli fare un salto a Roma, che dovrebbe essere l’altra piazza numericamente e commercialmente importante del paese.
    Tanto più che a Febbraio scorso lo scrivesti tu su questi lidi che “a Roma dovremmo esserci a Maggio”, quindi qui si era già in naturale salivazione…
    Nel dire: yeee dai portateli a Roma non pensavo di dovergli trovare anche l’alloggio e cucinargli la carbonara 🙂 ma solo di esprimere il tifo del supporter. Ora che si conosce il problema, almeno si può spargere la voce e cercare contatti, no? Ci si proverà…

  8. @Gigistar: guarda..qualcosa di “allucinato” lo sto leggendo ora..”La fabbrica delle vespe” di Iain Banks (prima ed. mi pare fu nel 1984 col titolo “La fabbrica degli orrori”). E’ una trama assurda! Ma ci credi se ti dico che mi piace?
    Quindi, non escluderei di leggere il primo di Guthrie 😉 visto che Matt ne parla bene.
    Sulla promozione per avere gli autori a Roma, posso anch’io spargere il verbo.
    Tra l’altro, penso che Roma sia anche una location migliore di Milano..
    Certo è che servono sponsor!

    • Gigistar in ha detto:

      Ci credissimo! Tanto più che questa prima ri-proposta di Meridiano Zero ce l’ho anche io nel mirino, e a breve sarà mia. Credo infatti che sia “allucinato” in un modo diverso. Ma lo scoprirai leggendo La Spaccatura, che in ogni caso riceve ben più pareri positivi che non critiche come la mia… ergo deve essere un mio “problema” relativo alla specifica trama 😉
      Sponsor: assolutamente sì, qui bisogna attivarsi!!!

  9. Raga tenete presente che non serve chissà cosa, ad esempio su settembre il volo sarebbe già pagato quindi ai primi di ottobre subito dopo il Festival Sugar prolungare la permanenza di due nomi fichi che saranno sotto la giurisdizione Revolver non dovrebbe essere impossibile. Però tenete conto che c’è un pacchetto minimo che deve venir giù: due autori, direttore collana e interprete. Si tratta fondamentalmente di trovare il grano per i treni A/R e dei luoghi in cui dormire e mangiare, non è impossibile. E il brand Sugarpulp che ha fatto arrivare gli autori va ovviamente inserito in qualsiasi tipo di iniziativa oltre al fatto che essendo coinvolto personalmente be’ Sugarpulp ce va per forza eh eh, Vi abbraccio, MS

  10. @Cecilia: Ian Banks è un mito e ti consiglio di arrivare alla fine de La Fabbrica delle Vespe perché ti stupirà ;-))

  11. @Sartoris: mi sa che ho capito dove il romanzo andrà a parare…vediamo 😉 Tra l’altro, mi è stato regalato l’ebook del romanzo originale “La fabbrica degli orrori” e mi chiedevo se fosse stato riportato il testo fedelmente. Ma non vorrei andare troppo O.T., visto che qui parliamo di Guthrie.

  12. @Cecilia: non lo so perché io in realtà ho letto la versione Fabbrica degli Orrori (mi sa che sono più vecchierello di te) e all’epoca mi colpì molto, anche per la capacità di dipingere l’atmosfera malsana e al contempo normale in cui si consumano le giornate del protagonista (mi rimase impresso il fatto che faceva scoppiare i conigli imbottendogli il deretano di esplosivo)… Immagino sia la stessa traduzione (appena ho tempo verifico:-)

    • Sartoris, se sei del 1971 come recita il tuo blog, non sei più vecchio di me – ahimé 🙂 – a parte questo, ho finito Banks..mamma mia, ero completamente fuori strada. Recensione alquanto difficile….libro a mio avviso da lasciar “decantare” !

  13. Raga sto libro di Guthrie comunque è una bomba è un autore su cui stiamo facendo un investimento importante e datece soddisfazio! Grande Andrea che hai recensito sto libro che – fra parentesi – domenica era su LA REPUBBLICA! E Gischler è alla seconda ristampa!!!!!! E queste son le cose che fanno bene al cuore, anche grazie a voi! Vi aspettiamo a TORINO con la BIRRA REVOLVER PADIGLIONE 1 STAND C 09. Il Vs. Aff.mo MS

  14. Grande Guthrie!! Oggi ho intervistato sia lui che Gischler, con l’aiuto di Marco Piva, che ho scoperto essere non solo un mirabile traduttore, ma anche un ottimo interprete!

  15. Gigistar in ha detto:

    A un mese dall’ultimo post, un saluto a tutti quelli che quotidianamente fanno un timido affaccio per vedere se ci sono news!

  16. Valter in ha detto:

    Presente!

  17. Vitandrea in ha detto:

    Un saluto a tutti anche da parte mia

  18. è morto di nuovo

  19. Io ci sono e so che tornerà!

  20. Andrea, notiziona finalmente La trilogia nera di Dave Zeltserman per TimeCrime, tre libri in uno… se passi di qui e leggi festeggerai come me 🙂

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