Pegasus Descending

Pulp, thriller, hard boiled, noir

Piccoli crimini – Dave Zeltserman

Piccoli crimini

PICCOLI CRIMINI
di Dave Zeltserman
ed. Fanucci
Traduzione di Olivia Crosio

“Piccoli crimini” di Dave Zeltserman è la miglior crime fiction che io abbia letto negli ultimi due anni. Era da tempo che non mi capitava di essere completamente assorbito nella trama di un romanzo inseguendo le sporche vicende del suo protagonista, una via di mezzo tra un cattivo figlio di puttana e un povero sfigato finito dentro a un gioco più grande di lui.

Joe Denton è un ex poliziotto della cittadina di Bradley, Vermont, appena uscito di galera dopo aver scontato sette anni per il tentato omicidio del procuratore distrettuale Phil Coakley. Bradley è una piccola città della provincia americana, non è come Los Angeles o Chicago dove non passa giorno in cui un agente di polizia non sia impegnato in una sparatoria o in un inseguimento. Nel Vermont la vita scorre lenta, ma i soldi non fanno schifo a nessuno. E lo stipendio statale è troppo risicato se quale sogno e realizzazione hai una bella casa, o magari due, le vacanze d’estate e un potente Suv superinquinante e che beve come un cammello dopo aver attraversato il Sahara. Anche la polizia, quindi, arrotonda e se è vero che la delinquenza è poca e sottocontrollo, ci pensano i zelanti tutori dell’ordine pubblico a riportare le statistiche più vicine alla media nazionale.

Joe era un poliziotto corrotto beccato dallo stesso Phil con le mani marmellata. In più, quella sera, era strafatto di cocaina e merda varia, il suo accoltellamento è stato un gesto istintuale e selvaggio. Così istintuale e così selvaggio che non l’ha neanche ammazzato il procuratore, lasciandolo, però, sfigurato per il resto dei suoi giorni e condannando Denton alla perenne esposizione al pubblico biasimo: “E’ assurdo, ma non sarebbe così se quella notte Phil fosse morto. Il ricordo della mia brutta impresa sarebbe sbiadito e i cattivi sentimenti si sarebbero esauriti. Il vero problema è che Phil è lì ben visibile ogni giorno. Ogni giorno tutti provano di nuovo repulsione per il mio crimine. Per colpa mia in sua presenza si sentono in imbarazzo e devono sforzarsi di fingere che non sia un fenomeno da baraccone. Non esiste perdono per un delitto del genere.” [pg. 46]

Quando Denton esce di prigione si ritrova ad aspettarlo non i genitori, che lo ignorano, o la moglie, che l’ha piantato in asso portandosi via le due figlie e cambiando pure nome, ma lo sfigurato Phil che porta sulla faccia i segni del peccato di Joe, un genere di peccato per cui non esiste perdono e redenzione. E Phil, c’è da capirlo, è incazzato. Molto incazzato. Manny Vassey fino a sette anni fa era l’osso duro di Bradley, il boss di provincia che non si muove foglia senza che lui non voglia. Ora è un povero vecchio in un letto d’ospedale in attesa che il cancro lo ammazzi. E Phil è lì ogni giorno a leggergli la Sacra Bibbia, perché anche il più duro quando è sulla soglia si caga nelle mutande e inizia a credere in Dio, in Suo Figlio e in tutti gli angeli e i santi del Paradiso. Sperare in un miracolo non costa niente. Se Manny vuotasse il sacco sarebbero cazzi amarissimi per mezzo dipartimento di polizia, Joe Denton incluso. Per tale motivo lo sceriffo Dan Pleasant mette Denton con le spalle al muro: scegli tu, o fai fuori Manny o fai fuori Phil. E Joe c’è dentro di nuovo, fino al collo e in una città in cui nessuno gli è più amico, neppure i suoi anziani genitori, e in cui troppa gente sembra avere una voglia matta di piantargli una pallottola in mezzo agli occhi.

“Piccoli crimini” è una discesa negli inferi che per tragicità di contenuti è assimilabile a “Delitto e castigo” di Fedor Dostoevskij. In entrambi i libri, infatti, abbiamo un colpevole dichiarato e, nel caso del romanzo di Zeltserman, addirittura già condannato e che a norma di legge avrebbe già saldato il suo debito con la giustizia. Saldato un cazzo. La società è ipocrita e il popolo un bove, le cicatrici sulla faccia di Phil Coakley sono quindi il castigo, quello vero, che Joe deve quotidianamente pagare ripartendo ogni giorno da zero come un novello e moderno Sisifo. Zeltserman ci trascina quindi in questa quotidianità fatta di tormento e dolore, con la costrizione di dover fare il Male affinché il Bene – in questo caso un briciolo di normalità – possa compiersi. “Piccoli crimini” è la storia dell’impossibilità della redenzione per chi con questo stesso Male sia, almeno una volta, sceso a compromessi. Indietro non si torna. Il tutto è inoltre scritto in modo magnifico e con un ritmo che ti attanaglia gli occhi alle pagine mentre i colpi di scena si susseguono imperterriti e senza alcuno spazio per prendere una boccata d’aria, sperando in ogni pagina di porre termine a questo vortice di violenza e cattiveria. Che se ne esca, in un modo o nell’altro, purché tutto ciò abbia fine. E tutto finirà, perché è questa l’unica cosa che abbiamo imparato: che tutto finisce.

Uniche note stonate l’eccessivo numero di refusi ed errori di battitura contenuti nel libro e la presenza di una punteggiatura strutturata in modo piuttosto discutibile.

Prima di iniziare, comunque, fate un salto dal vostro pneumologo di fiducia. Perché questo libro si legge tutto in apnea e la privazione prolungata di ossigeno nuoce gravemente alle cellule cerebrali.

“Piccoli crimini” è il primo romanzo di un terzetto che potremmo definire “Trilogia della redenzione” che Dave Zeltserman sta scrivendo. Il secondo libro, “Pariah” è già stato pubblicato negli USA e da indiscrezioni raccolte credo che potremmo già leggerlo in Italia in questo 2010. Per il terzo volume della trilogia, “Killer”, dovremo invece aspettare un po’ di più visto che solo nell’anno corrente, a Maggio, vedrà la luce editoriale negli States. Su Pegasus Descending, comunque, se interessati troverete tutte le notizie e informazioni del caso.

Sul blog Small Crimes potete trovare molte informazioni e recensioni di questi e degli altri libri dell’autore americano, mentre su Liberi di Scrivere una bella intervista a Dave Zeltserman. Su Sugarpulp, infine, una recensione firmata dall’immarcescibile Matteo Strukul.

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12 pensieri su “Piccoli crimini – Dave Zeltserman

  1. Urca. Devo assolutamente recuperarlo: m’era scappato!

  2. Frankie Machine in ha detto:

    Be’ il tempo sarà un gran bastardo, ma tu lo impieghi dannatamente bene. Con questa recensione ti sei meritato il mio award personale come migliore consiliori in materia di bollito al nero, e anche small crimes finisce nella mia libreria. Devo pagarti il canone? Scherzo, so long vecchio fucile.

    • Niente canone Frankie, quello lasciamolo ai parrucconi che lo investono in Isola dei Famosi e Ballando sotto le Stelle! Ti ringrazio per le belle parole, anche se ti garantisco di non essere riuscito ad esprimere in maniera compiuta quanto tanto mi è piaciuto questo libro! Spero che per te avvenga la medesima cosa, mi raccomando, quando l’hai finito fammi subito sapere che ne pensi!

  3. Pingback: Novità in libreria: Zeltserman e Reggi « Pegasus Descending

  4. Valter in ha detto:

    Complimenti per il blog e per le recensioni, questo Piccoli crimini, terminato da poco , è davvero
    notevole

    • Ciao Valter e benvenuto, ti sei già iscritto tra i fan di Facebook o ti sei iscritto per ricevere gli aggiornamenti via mail? Scusa la pubblicità… 🙂 Piccoli crimini è la miglior crime fiction attualmente in libreria, non leggevo un libro così appassionante e duro da moooolto tempo (come direbbe James Ellroy), sono già in fremente attesa che Fanucci butti fuori il secondo capitolo di questa trilogia di Zeltserman, “Pariah”. Negli USA sta per uscire il terzo, di capitolo, “Killer”. Forse “Pariah” riusciamo già a leggerlo in questo 2010, comunque darò tutte le notizie del caso su Pegasus Descending. Grazie mille per i complimenti, fanno sempre piacere!

      Andrea

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  7. Gigistar in ha detto:

    ALT! Messaggio urgente!

    Lo so, è remota, ma esiste la possibilità che qualcuno dei frequentatori di questo blog, come me fino a questa settimana, non abbia ancora letto PICCOLI CRIMINI.

    Bene, o colleghi tardivi, è imperativo – ma che dico? – IMPERATIVO che poniate rimedio immediatamente. Correte in libreria prima possibile e arraffatene una copia. Lo so, avete una lista degli acquisti sterminata, con grandi classici che urlano vendetta, ma datemi retta: qui siamo davanti a un’opera imprescindibile del noir moderno!

    Una prosa senza tanti fronzoli che ti afferra a pagina 1 e ti molla solo all’ultima riga (e dico letteralmente!). Ritmo perfetto, colpi di scena a orologeria, l’atmosfera asfissiante di quella provincia americana che non consente redenzione, che non dimentica le colpe, da cui non si può fuggire. E un protagonista indimenticabile: un buono? un cattivo? Un po’ di tutto, come nella vita vera. E infatti Joe Denton esce dalle pagine e da subito non è più un semplice personaggio. E’ come avere davanti una persona VERA che ti racconta la sua storia, con parole che trasudano dolore.

    Fatevi un favore: leggetelo prima possibile. Poi venite qui a dirmi che non vi è piaciuto!

    • Ma ti rendi conto cosa ci perdiamo con il blocco della pubblicazione degli altri lavori di questo scrittore? Piccoli Crimini mi è piaciuto alla follia, nonostante i molti refusi presenti nel testo… anch’io sono stato rapito a pagina 1, come sempre leggevo in treno e non vedevo l’ora di ficcarmi su una carrozza a leggere! Mi ha ricordato un po’ i lavori si Sidney Lumet… comunque sono felice che ti sia piaciuto, io sono due anni che non mi stanco di consigliarlo in lungo e in largo, ma temo non sia servito granchè…

      • Gigistar in ha detto:

        Sto leggendo “Killer”, terzo libro di Zeltserman e ancora non tradotto in Italia, cosa che vale peraltro anche per il suo secondo (Pariah). Con questo, Zeltserman chiude una trilogia che ha per elemento comune il fatto che i protagonisti siano tutti e tre appena usciti di prigione.

        Devo dire che sono a metà, ma anche qui il livello è alto. Sto ritrovando alcuni elementi che tanto mi avevano fatto apprezzare Small Crimes, primo su tutti la prosa asciutta e diretta di Zeltserman. Credo sia veramente in gamba. Mi domando se gli daranno mai altro spazio in Italia… chissà magari proprio con Fanucci nella nuova collana TimeCrime.

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